
Trama
Ad Accettura, un paese della Basilicata, una donna scava una piccola fossa ai margini di un’autostrada. Estrae il piccolo corpo di un neonato e fugge. In paese, Tonino, Michele e Bruno, tre dodicenni del luogo, escono da una chiesa e si recano a spiare due prostitute e i loro clienti in un casolare abbandonato. Insieme a loro c’è anche Giuseppe Barra, un minorato mentale che spia le coppiette appartate. I bambini si prendono gioco di lui, che minaccia di ucciderli. La misteriosa donna dell’incipit intanto compie una serie di riti di magia nera, trafiggendo con alcuni spilloni delle bambole che riproducono i corpi dei bambini.
Michele, la stessa sera, porta un vassoio con delle bibite a Patrizia, proprietaria di una lussuosa villa: la donna è completamente nuda e provoca il bambino, il quale viene però richiamato dalla madre. Poco dopo Bruno Lo Cascio, un altro bambino del paese, viene inseguito e brutalmente ucciso. I carabinieri iniziano le ricerche, dopo aver ricevuto una telefonata anonima da un uomo che chiede sei milioni di lire come riscatto. Sul luogo arriva anche Andrea Martelli, un giornalista di cronaca nera. I carabinieri arrestano per l’omicidio Giuseppe Barra, trovato mentre sta per ritirare il riscatto. Barra conduce i carabinieri sul luogo in cui ha sepolto il corpo di Bruno.
Sul posto c’è anche don Alberto Avallone, il giovane parroco del paese, che benedice la salma. Barra si proclama innocente, asserendo che Bruno era già morto quando lui lo ha trovato, e che ha richiesto solo il riscatto. La gente del paese però non crede alle sue parole e si avventa su di lui, tentando il linciaggio mentre l’uomo viene portato in carcere. La mattina seguente viene trovato un altro cadavere: si tratta del corpo di Tonino, amico di Bruno, annegato in una vasca di pietra. Intanto la strana donna, da tutti chiamata “la maciara”, seppellisce le sue bambole. Andrea Martelli si reca da don Alberto, che si dice preoccupato per il futuro dei bambini del paese, in balia di riviste pornografiche e di troppe tentazioni.
Mentre i due uomini stanno parlando giunge Patrizia, che provoca sia il parroco che Andrea. Questi scopre che la ragazza è la figlia di un ricco costruttore milanese, che l’ha mandata nel piccolo paese per sottrarla alle tentazioni della grande metropoli. La notte seguente, Michele riceve una telefonata che lo invita a un appuntamento. Nello stesso momento, davanti a una stazione di servizio, Patrizia termina una telefonata. Michele riesce ad uscire di nascosto e si reca all’incontro, dove viene ucciso. I carabinieri interrogano Patrizia, che mente dicendo che ha viaggiato tutta la notte in macchina, senza mai fermarsi.
Ai funerali di Michele è presente tutto il paese. La madre del bambino ucciso avverte la presenza dell’assassino e urla, proprio quando entra in chiesa la maciara, che si allontana furtivamente. La sua uscita è però stata immortalata da una telecamera posizionata all’uscita della chiesa dai carabinieri, che si recano da zio Francesco, un anziano fattucchiere rispettato dalla gente del paese, che convive da anni con la maciara. Zio Francesco però non sa dire niente sulla donna, solo che si è allontanata e probabilmente si trova come sempre nel bosco. Mentre i carabinieri si allontanano arriva Patrizia.
Una telefonata anonima, fatta da Aurelia Avallone, la madre di don Alberto, conduce i carabinieri sul luogo in cui si nasconde la maciara, che viene arrestata dopo il ritrovamento del cadavere da lei disseppellito. Durante l’interrogatorio, la maciara confessa di aver ucciso i tre bambini, che avevano scoperto la tomba del suo bambino, frutto di una relazione con zio Francesco e morto misteriosamente anni prima. La maciara inizia ad avere una crisi epilettica e afferma di aver ucciso i bambini con l’ausilio della magia nera. La sera stessa il magistrato, dopo aver ascoltato la testimonianza di un appuntato che scagiona la maciara, ne ordina la scarcerazione, nonostante i dubbi del maresciallo, preoccupato che la messa in libertà della maciara provochi un linciaggio.
La maciara si reca al cimitero del paese, ma viene accerchiata dai padri dei bambini uccisi, che iniziano a pestarla violentemente con catene e bastoni. La maciara riesce a trascinarsi sino ai margini dell’autostrada, dove muore tra le auto che sfrecciano indifferenti. In paese, Andrea Martelli e Patrizia incontrano Malvina, la sorellina di don Alberto, una sordomuta, mentre trascina una bambola decapitata. Mario, un bambino del paese, si avventura nel bosco. Il suo amico riferisce tutto a don Alberto, che inizia a cercare Mario. Questi incontra Patrizia, bloccata in strada con l’auto a causa di una gomma bucata. Poco dopo, Mario viene ritrovato con il cranio fracassato. Andrea Martelli trova l’accendino di Patrizia sul luogo del delitto e si reca da lei.
La ragazza confessa al giornalista di essersi fermata a una stazione di servizio la notte dell’omicidio di Michele, per telefonare a uno spacciatore di droga. Patrizia nota la foto del delitto su un quotidiano, e si accorge della testa di un paperino di gomma che Andrea Martelli ha posizionato accanto al cadavere alla ricerca di una foto ad effetto. I due vanno alla ricerca della parte mancante del pupazzo, appartenuto a Malvina, e la trovano in una discarica che si trova di fronte all’abitazione di don Alberto; la bambina stacca compulsivamente la testa a tutte le sue bambole, senza un apparente motivo, e i due pensano che possa avere in qualche modo assistito ai delitti, e che quindi li mimi sulle sue bambole. I due entrano nella casa e vi trovano Aurelia, la madre del parroco, che si rivela gelosa e reticente.
Tornati a casa di Patrizia, i due ricevono una telefonata da don Alberto, che li informa che sua madre è scomparsa insieme a Malvina. I due riescono a trovare il luogo in cui la donna si è nascosta, una rupe deserta, e vi trovano anche don Alberto, che tiene in braccio Malvina. L’uomo non la vuole salvare, ma gettarla nel vuoto. Don Alberto, tramite alcuni flashback, confessa di essere lui l’assassino dei bambini, uccisi per farli rimanere puri e salvarli dalle tentazioni. Aurelia, in stato semi-catatonico, li prega di fermare il figlio pazzo; Andrea Martelli insegue l’uomo e i due hanno una colluttazione, durante la quale riesce a strappare la bambina al folle, ma scivola sull’orlo del dirupo. Il parroco tenta di far cadere Andrea, ma quando alza il piede per spingerlo giù, Andrea gli fa perdere l’equilibrio e don Alberto precipita nel vuoto, fracassandosi il cranio contro le rocce.